Autodeterminazione o decisioni straniere?
Questa è la domanda che ci dobbiamo porre in vista della votazione di novembre. Dobbiamo poter prendere noi stessi anche in futuro le decisioni che ci riguardano oppure no?
Che cosa si prefigge l‘iniziativa? L’iniziativa non chiede nulla di nuovo. Con un “Sì” all’autodeterminazione mettiamo fine a una prassi inammissibile, adottata dal Consiglio federale, dal Parlamento e da giudici svizzeri, che da alcuni anni, invocando il diritto internazionale e volendo fare un piacere all’UE, abusano in modo arbitrario della competenza di non attuare le decisioni della maggioranza della popolazione. Tutto questo, altro non è che una grave violazione della Costituzione federale.

In questi casi la nostra preziosa democrazia diretta viene relegata a un livello folcloristico. Questo è per noi inammissibile. E in ogni caso non possiamo accettare che per evitare i timori di un’eventuale vertenza con l’UE si lasci alla stessa UE la competenza di prendere le decisioni che spettano a noi.
Sulla base dell’attuale problematica situazione un „No“ all’iniziativa offre ai funzionari dell’Unione europea il segnale inequivocabile che le svizzere e gli svizzeri accettano che autorità straniere decidano per noi e che noi tolleriamo in casa nostra il diritto e giudici stranieri. Questo vale solo nei rapporti di sudditanza e noi dobbiamo opporci a diventare un baliaggio dell’UE.
Il 25 di novembre è quindi necessario esprimersi con un chiaro Sì all’Iniziativa sull’autodeterminazione della Svizzera.
Mario Cortesi, Coira