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Ogni eccesso va combattuto

Man mano che si avvicina la scadenza del 9 febbraio aumentano i consensi per l’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Di solito le iniziative popolari nell’ultima fase perdono consensi. Come si spiega dunque questa inversione di tendenza? La risposta non sembra difficile. I consensi aumentano perché i votanti si stanno informando e convengono con i fautori dell’iniziativa che gli eccessi vanno frenati. E si possono frenare solo se l’immigrazione viene dosata, pianificata, controllata. L’UDC rimane dunque coerente in difesa del nostro piccolo stato e della sua indipendenza e suggerisce come risolvere il grosso problema dell’immigrazione di massa. Tutto e dovuto al forte afflusso di persone provenienti in particolare dall’Unione Europea, le quali possono soggiornare in Svizzera se ricevono un posto di lavoro, così come gli svizzeri possono lavorare nell’UE. Il problema sta però nel fatto che in termini di cifre non c`è equilibrio tra chi arriva in Svizzera e chi la lascia. Il bilancio è di 80’000 persone in più ogni anno che rimangono in Svizzera. Le nostre strutture (strade, scuole, abitazioni, ospedali, istituzioni varie, ecc.) sono al limite, spesso congestionate. Noi siamo quindi dell’avviso che occorrano di nuovo dei contingenti, anche per i cittadini che in futuro verranno dall’UE, così come è stato prima dell’introduzione della libera circolazione delle persone. La Svizzera conta 8 milioni di persone e non può non porre limiti di fronte a una popolazione dell’UE che supera i 400 milioni di abitanti. Altri paesi molto attrattivi, che sono composti da una società civile avanzata come il Canada, gli Stati Uniti e l’Australia (infinitamente più grandi della Svizzera) adottano una politica migratoria molto restrittiva. La pianificano e la controllano. Le persone estere che vogliono trasferirsi in Canada (vengono considerate solo quelle che hanno già in tasca una proposta di lavoro di una ditta canadese) devono sottoporsi a valutazioni molto rigide; conoscenze linguistiche, formazione generale, esperienza professionale, età, capacità di adattamento. Si valutano perfino le conoscenze linguistiche del coniuge. Con un simile sistema di controllo il Canada riesce a pianificare il graduale aumento degli immigrati e ad evitare anche il “turismo sociale”. Gli USA, fatte le dovute proporzioni, rilasciano con il contagocce i permessi di lavoro ai cittadini stranieri. Anche l’Australia pone limiti chiari, ricorrendo a contingenti. Fissa ogni anno un tetto massimo di permessi. Attua criteri molto selettivi e ha un accordo di libera circolazione delle persone solo con la Nuova Zelanda. La Classe politica svizzera (esclusa l’UDC) invece, vive nell’illusione di riuscire a gestire la situazione senza nessun controllo e senza porre dei contingenti. Si ostina a non guardare in faccia la realtà semplicemente perché si tratta di un’iniziativa dell’UDC. Noi siamo dell’avviso che sia un atteggiamento poco responsabile. Ciò che ci preoccupa è che gli oppositori all’iniziativa dell’UDC ricorrono a falsi slogan che non hanno riscontro nella realtà. Si insinua per esempio che la nostra iniziativa isola (abschotten) il Paese, che non avremo più lavoratori in tanti settori dell’economia, che non avremo più personale altamente qualificato. Sono argomenti fasulli. La storia recente ci dice invece, che anche al tempo dei contingenti la Svizzera riusciva senza problemi a reclutare il personale di cui aveva bisogno e ad essere innovativa e competitiva. Erano i tempi in cui l’immigrazione avveniva secondo criteri di controllo. Anche se l’iniziativa venisse accettata, l’attrattività per chi desidera venire in Svizzera non diminuirebbe, per cui le imprese non devono temere la penuria di mano d’opera. Per tutelare i nostri interessi l’UDC raccomanda di votare SI all’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”. Per quanto attiene agli altri oggetti in votazione l’UDC raccomanda di esprimere un NO al decreto federale concernente il finanziamento e l’ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria . Ci opponiamo perché non vogliamo l’aumento dell’IVA dello 0,1% e l’abbassamento della deduzione fiscale per le spese di viaggio ad un massimo di fr. 3’000 annui. L’UDC Valposchiavo è contraria a questo oggetto anche perché i soldi incassati sono destinati a pagare soprattutto strutture ferroviarie dell’Altipiano e dei centri più popolati e benestanti. Questo significa che la gente di montagna, costretta quasi sempre a servirsi dell’automobile, perderebbe su tutta la linea. Sui rimanenti due oggetti , l’iniziativa popolare “il finanziamento dell’aborto è una questione privata” e l’Iniziativa “meno imposte per l’artigianato” l’UDC Valposchiavo si astiene da ogni raccomandazione.

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