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Riforma dell’imposizione delle imprese: tuteliamo i posti di lavoro!

La Svizzera deve molto del suo benessere a una fiscalità moderata e concorrenziale rispetto agli altri Stati. Oltre a ciò, la burocrazia in ambito fiscale e l’atteggiamento delle amministrazioni fiscali nei confronti dei contribuenti è sensibilmente migliore rispetto ad altri Paesi. Questo fattore, accompagnato naturalmente anche da altri aspetti, ha fatto in modo che la Svizzera potesse attirare numerose aziende che operano a livello internazionale. Queste aziende hanno contribuito fino ad oggi con un gettito fiscale non indifferente (ca. 7 miliardi di franchi all’anno) ma ancora più importante, hanno generato all’incirca 150’000 posti di lavoro. Lavoratori che a loro volta pagano le imposte, investono i loro soldi nell’economia locale, sono socialmente attivi, frequentano scuole ecc. ecc.

Per attirare imprese, la Svizzera poteva contare su un sistema di tassazione privilegiata per le aziende che operano prevalentemente all’estero oppure per le società holding (gestione di partecipazioni). Negli anni scorsi l’ex Consigliera federale Widmer-Schlumpf ha promosso la sottoscrizione degli standard fiscali internazionali. Questi accordi purtroppo non danno la possibilità di mantenere le tassazioni privilegiate. A livello di tassazione cantonale e comunale, le società che erano tassate in modo privilegiato, avevano un carico fiscale dal 7.8 al 12% circa (a dipendenza del Cantone). Senza questo privilegio, la tassazione ordinaria ammonterebbe dal 12 al 24% circa, sempre considerando solo l’imposta cantonale e comunale.

È ovvio che l’abolizione della tassazione privilegiata (che sarà inevitabile anche nel caso la riforma fiscale non sarà accettata) crea il grosso e probabile pericolo che molte aziende dislochino le loro amministrazioni e i loro laboratori in altri Paesi in cui è garantito un trattamento fiscale migliore (ad esempio nel Regno Unito). Questo creerebbe un enorme manco nelle casse pubbliche e una perdita di posti di lavoro molto importante.

Per evitare questo, l’ex Consigliera federale Widmer-Schlumpf (che ora sembra abbia cambiato idea) ha preparato la riforma fiscale che è ora sottoposta al Popolo. La riforma approvata in Parlamento prevede in sostanza di trattare tutte le imprese con sede in Svizzera allo stesso modo. Per mantenere una certa concorrenzialità sono però previsti vantaggi per chi investe nella ricerca e nell’innovazione, come pure per chi dispone di brevetti. Sono previste inoltre altre possibilità a discrezione dei Cantoni per agevolare la tassazione delle imprese. Questo sistema è interessante perché agevola in particolare chi investe nella ricerca e nell’innovazione e quindi crea vantaggi anche agli istituti universitari. Un settore questo che in passato ha anche contribuito a rendere forte la Svizzera. Questo sistema già oggi è applicato ad esempio nel Regno Unito ed è accettato a livello internazionale.

Con questa riforma il carico fiscale per un’impresa, sempre a livello d’imposta cantonale e comunale, dovrebbe attestarsi all’incirca fra il 12 e il 18%.  Se paragoniamo questi dati con le percentuali esposte sopra, vediamo che ci si colloca circa nella media fra la situazione precedente con la tassazione privilegiata e la tassazione ordinaria attuale.

Quest’operazione non è indolore. Siccome molte imprese Svizzere potranno avere una tassazione inferiore rispetto a oggi, si prevedono minor entrate nel gettito fiscale concernente le imposte sull’utile. Sull’importo ci sono varie tesi, i più pessimisti arrivano perfino a calcolare un importo pari a ca. 5 miliardi di franchi in meno fra Confederazione, Cantoni e Comuni. Con l’accettazione della riforma sarà inevitabile rivedere la perequazione fra la Confederazione e i Cantoni, come forse anche quella fra i Cantoni e i Comuni. Tuttavia, non accettare questa riforma significa mettere in pericolo un gettito fiscale pari a circa 7 miliardi di franchi oltre a circa 150’000 posti di lavoro. Per alcuni Cantoni, perdere queste società significherebbe perdere fino all’80% del gettito fiscale e si creerebbe un vuoto difficilmente colmabile con altre imposte.

La sinistra anche in questa campagna non manca di demonizzare i ricchi, gli industriali e gli imprenditori, dimenticandosi completamente che da queste persone dipendono sia molti posti di lavoro come pure una bella fetta del gettito fiscale. Noi preferiamo cercare di mantenere il più concorrenziale possibile il nostro Paese in un momento storico difficile.

Per questi motivi il nostro partito non può che raccomandare di sostenere la riforma fiscale con un chiaro SI.

Sugli altri temi in votazione ecco le nostre raccomandazioni:

NO al decreto federale concernente la naturalizzazione agevolata degli stranieri della terza generazione, perché i Comuni e i Cantoni possano ancora decidere in merito.

SI al decreto federale concernente la creazione di un fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato, perché la rete stradale nazionale possa finalmente essere adeguata al traffico attuale.

SI alla decisione del Gran Consiglio concernente la concessione di un credito d’impegno di 25 milioni di franchi lordi per la candidatura per i Giochi olimpici e paralimpici invernali 2026, perché il nostro Cantone ha urgente bisogno di un rilancio.

UDC Valposchiavo

www.udc-valposchiavo.ch

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