NO al decreto federale che traspone nel diritto svizzero la direttiva UE sulle armi
Su questo tema siamo convinti e unanimi: tale decreto va respinto con decisione. Benché possa apparire eticamente corretto un maggior controllo sulle armi, non è con questa misura che si riuscirà a reprimere il terrorismo e a evitare un abuso delle armi da fuoco. L’attuale legge svizzera in materia di armi prevede già sufficienti misure di controllo e tiene conto di due fattori determinanti. Il primo è che il nostro sistema di milizia prevede un esercito in cui i militi sono equipaggiati con il proprio fucile d’assalto anche in tempo di pace e sono pronti a intervenire in qualsiasi momento. Il secondo è che il tiro in Svizzera ha una lunga tradizione e rappresenta un vero e proprio sport nazionale.
Questo secondo punto è molto importante:
Oltre l’80% delle armi attualmente in possesso dei tiratori diverrebbero armi illegali e ottenibili unicamente con un’autorizzazione eccezionale. Benché la Svizzera sia uno fra i Paesi d’Europa con più armi in circolazione, molto raramente accade che queste armi vengano usate per commettere dei crimini. I cittadini svizzeri sono ben istruiti sull’utilizzo delle armi e le usano in modo disciplinato e consono alla legge. L’imposizione che l’UE vuol farci adottare non fa altro che introdurre angherie sproporzionate e aumentare la burocrazia per quegli onesti cittadini che possiedono legalmente un’arma. La direttiva UE prevede inoltre un inasprimento automatico della legge ogni cinque anni al quale anche la Svizzera dovrà adeguarsi. In un lasso di tempo non troppo lungo tutti i detentori di armi potrebbero essere chiamati a consegnare allo Stato, senza nessun indennizzo, i propri fucili e pistole. Non solo i tiratori sarebbero toccati da questa misura ma anche cacciatori, collezionisti ecc.
Il Consiglio Federale ci vuol far paura dicendo che se non accettiamo le direttive imposte dalla Comunità Europea, l’accordo di Schengen verrebbe disdetto. Non esiste nessun automatismo che ciò avvenga. Anche l’Europa ha tutto l’interesse che la Svizzera rimanga membro di Schengen. Qualora il popolo dovesse opporsi, Il Consiglio Federale ha tempo tre mesi per trovare un accordo. Oltretutto l’imposizione UE è in netto contrasto con quanto affermato nel 2005, prima della votazione per l’adesione a Schengen. Il Consiglio Federale aveva promesso che la Legge svizzera sulle armi non avrebbe subito nessun cambiamento.
Siamo convinti che le restrizioni previste e la maggior burocrazia non garantiranno maggior sicurezza ai cittadini svizzeri. I veri terroristi e criminali continueranno ad agire con armi illegali provenienti da traffici illeciti. Raccomandiamo la Popolazione di votare un chiaro NO a questo decreto: per i nostri valori e per la nostra sicurezza.
Ricordiamo le nostre raccomandazioni per gli altri oggetti in votazione:
Iniziativa popolare per l’abrogazione della caccia speciale: libertà di voto
Legge federale concernente la riforma fiscale e il finanziamento dell’AVS: libertà di voto
UDC Valposchiavo
www.udc-valposchiavo.ch