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Gli impianti idroelettrici non rendono più!

Strategia energetica 1.0

Gli impianti idroelettrici non rendono più!

Il prossimo 21 maggio siamo chiamati alle urne per votare la legge federale sull’energia. Un testo di legge a prima vista invitante ma che in realtà sarebbe devastante! Molte intenzioni a cui mira la legge sono nobili e vanno seguite in ogni caso, ma il percorso del pacchetto completo è inaccettabile. I motivi e gli argomenti sono più di uno e quindi li menzionerò a più riprese.

Iniziamo oggi con il futuro degli impianti idroelettrici e quindi della val Bregaglia.

Di cosa vivono gli indigeni?
Alcuni giorni or sono un amico mi riferiva di un incontro con dei turisti svizzeri durante la Pasqua che chiedevano: ma di che cosa vivete principalmente in Bregaglia? Solitamente si usa dire che direttamente o indirettamente i bregagliotti vivono del turismo. Giusto, concordo pienamente, ma allo stesso tempo non oso immaginare come sarebbe oggi la nostra valle se negli anni ’50 non si fosse dato il via alla costruzione degli impianti idroelettrici della città di Zurigo. Credo che la Bregaglia sarebbe un unico museo dalla frontiera fino ai piedi del passo del Maloja. Fino a una decina di anni or sono i comuni della Bregaglia approfittavano e preventivavano in grandi linee a mano degli introiti fiscali e di quelli provenienti dai canoni d’acqua versati da ewz. Ewz faceva ottimi affari con gli impianti bregagliotti ed i bregagliotti godevano di ottime e benvenute entrate. Una classica situazione win-win.

I cambiamenti in Europa
Da alcuni anni, in particolare la Germania ha deciso di abbandonare il mercato globale per puntare su una strategia che forza in modo assai artificiale la produzione di energie da fonti rinnovabili. Questa strategia ha portato a incentivare a suon di miliardi gli impianti solari e quelli eolici. Un’attività che gode di importanti aiuti finanziari può permettersi di vendere a bassissimo prezzo e questo ha rovinato tutte le altre fonti di produzione di energia elettrica. La conseguenza è la chiusura di questi impianti tra i quali appunto gli impianti idroelettrici. Il problema è che sia il sole che il vento ci sono quando decide la natura e non quando l’industria o il singolo hanno bisogno di corrente elettrica e dunque si sono venuti a creare due problemi:

  • Quando splende il sole e il vento soffia a gonfie vele (o a gonfie pale!), assistiamo a una sovrapproduzione di energia elettrica che viene poi in parte praticamente regalata, siccome non si è ancora trovato il modo di “immagazzinarla”.
  • Quando invece sole e vento vengono a mancare, c’è carenza di energia elettrica e dunque chi ne necessita è tenuto ad acquistarla a prezzi altissimi oppure si vede costretto a farne a meno.

Questo fenomeno si chiama insicurezza di fornitura di energia elettrica. L’industria però ha bisogno di SICUREZZA in questo campo! Quando la Germania produce energia in abbondanza, questa è venduta anche in Svizzera rovinando il mercato indigeno. A farne le spese sono i nostri produttori, tra i quali in particolare gli impianti idroelettrici che attualmente scrivono cifre rosse per un ammontare di ben 700mio l’anno!

In Germania sempre più persone e politici hanno riconosciuto che questa strategia non è vincente e porterà a dover compensare la scarsità di energia elettrica nei tempi di buio o di mancanza di vento acquistandola da impianti a gas o peggio ancora che bruciano carbone. E pensare che l’obiettivo della cosiddetta Energiewende (giro di boa nel campo energetico) è di preservare maggiormente il nostro pianeta. Un paradosso!

I politici di Berna
Invece di approfittare del fatto che c’è chi, prima di noi, ha fatto delle esperienze con la strategia menzionata, i nostri rappresentanti in Parlamento a Berna hanno deciso di imboccare la medesima strada facendo dunque gli stessi errori. Una strada che porta a una situazione economicamente pericolosa e paradossale dal punto di vista ambientale. In particolare dopo la catastrofe di Fukushima, il Consiglio Federale capitanato dalla signora Leuthard, ha deciso in fretta e furia di abbandonare le centrali nucleari per dedicarsi unicamente alle nuove energie rinnovabili. Siccome la prima bozza del progetto sosteneva solo gli impianti solari e eolici, si è provveduto ad inserire un piccolo incentivo anche per gli impianti idroelettrici, al sol fine di ottenere anche il loro consenso politico. Questi incentivi sono di ridicola entità e rappresentano la classica goccia nell’oceano ma non contribuiranno per nulla a migliorare la drastica situazione in cui sono venute e trovarsi ewz e consorti.

Il futuro della Bregaglia
Questa votazione avrà dunque, oltre ad un influsso nazionale sulla giusta strada da intraprendere, delle conseguenze assai importanti per la Bregaglia e il suo Sponsor numero uno. In caso di accettazione della legge federale sull’energia, gli anni di sopravvivenza per i produttori di energia idroelettrica saranno contati. Difficilmente ewz deciderà di investire negli impianti bregagliotti, ma dovrà orientarsi verso altri settori più redditizi e che godano possibilmente di importanti sussidi. Nel frattempo gli introiti derivanti dalle imposte versate al comune da ewz andranno sempre più diminuendo e le trattative per i canoni d’acqua tra ewz ed il Comune si riveleranno delle vere proprie battaglie al centesimo. A farne le spese saremo poi noi cittadini tutti!

Senza nulla togliere al settore turistico, ma senza gli impianti idroelettrici della città di Zurigo credo che la trasformazione a museo della valle Bregaglia avverrebbe semplicemente con qualche decennio di ritardo.

Questa tesi vale ovviamente per quasi tutte le vallate grigionesi e dunque questa votazione sarà di grande importanza per tutto il nostro Cantone.

Vi invito dunque a inserire un deciso NO sulla scheda di voto del prossimo 21 maggio.

Gian Luca Giovanoli, UDC Bregaglia

 

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